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Con il suo scenografico zampillo centrale la fontana ottagonale si trova all’intersezione dei due assi perpendicolari del giardino, a metà percorso tra la limonaia e la facciata del Palazzo. Posta nel cuore del giardino formale ed inserita lungo la direttrice di statue e conche di limoni che dal Palazzo conduce all’ingresso della limonaia, la fontana crea un’oasi di pace e freschezza in mezzo ai fiori che crescono sui suoi bordi e alle quattro statue d’ispirazione mitologica, e «di non volgare scarpello», che si rispecchiano nelle sue acque. Con lo sguardo rivolto al corpo centrale del Palazzo, emerge da uno dei suoi lati, sopra una scogliera, un puttino marmoreo da cui zampillano quattro getti d’acqua e le cui mani sostenevano un tempo un cartiglio con incisa la seguente frase: «Irae vi non gignit neque gignit vae vivum».

Stando alle testimonianze scritte e alle planimetrie dell’epoca, la fontana fu inserita ai primi dell’Ottocento al posto di un edificio a due piani, «squisito di architettura e adorno di sculti marmi», in cui risiedeva un ramo collaterale della famiglia Controni.

Felix Pfanner, in ricordo dei suoi anni giovanili trascorsi sulle sponde del lago di Costanza, era solito, durante l’estate, remare su una barchetta all’interno della fontana e, durante il rigido inverno, pattinare sulla sua superficie ghiacciata.

Situato alla sommità dello scalone monumentale, il museo ricopre per intero l’area del piano nobile di Palazzo Pfanner. Esso si apre sull’ampio salone centrale dove risaltano i pregevoli affreschi eseguiti verso il 1720 da Pietro Paolo Scorsini (1658-1731) e ispirati alla corrente pittorica del cosiddetto ‘quadraturismo’. La specialità pittorica ‘quadraturista’ era nota per la sua capacità di proporre un’illusoria amplificazione degli spazi mediante l’utilizzo di elementi architettonici dipinti in prospettiva. Nel salone è possibile osservare, sulle pareti, lo sviluppo di possenti colonne ioniche abbinate nel senso della profondità quasi a scandire la progressione dei vari livelli spaziali, e, sul soffitto, la presenza di un’area balconata con colonne dipinte a finto marmo verde che sorreggono la solida impalcatura architettonica culminante in uno sfondo celeste. Al centro di quest’ultimo si staglia la personificazione dell’Aurora accompagnata da putti volteggianti che recano una cesta colma di fiori, una fiaccola e un bacile grondante di rugiada.

Attigue al salone si aprono una cucina, una sala da pranzo, una camera da letto e un salottino del tè. Nella cucina l’antico forno fa da sfondo a un piccolo ambiente in cui si possono distinguere le bottiglie di ceramica dell’antico birrificio Pfanner e lo strumentario tipico di una cucina dell’Ottocento. Quest’ultima introduce nella sala da pranzo dove, sotto ad un soffitto a cassettoni, è collocato il tavolo da pranzo con ampio corredo di piatti, bicchieri, posateria e suppellettili d’epoca. La successiva camera presenta un pregevole letto a baldacchino del Settecento con ricca passamaneria di seta lucchese. Al suo fianco una stufa di terracotta di stile austriaco ricorda il passaggio di proprietà dai nobili mercanti Controni, imprenditori della seta, al birraio di Hörbranz, Felix Pfanner. Nell’ultima saletta, quella del tè, tra mobili e suppellettili d’epoca, campeggia un fortepiano del 1855 di produzione viennese. Una vetrina di reliquie, in omaggio ad una tipica moda ottocentesca, conclude il percorso del museo.

Le sale ospitano un’esposizione permanente di strumenti medico-chirurgici e antichi testi di medicina appartenuti a Pietro Pfanner (1864-1935), chirurgo, filantropo e sindaco di Lucca dal 1920 al 1922. Vi si possono riconoscere, tra l’altro, strumenti ortopedici, ginecologici e neurologici a conferma della complessità di una professione che all’epoca non conosceva le specializzazioni e manteneva ancora un profilo generalista.

La storia della Birreria Pfanner è anzitutto la storia di un uomo, ovvero di Felix Pfanner, suddito dell’Impero d’Austria, nato nel 1818 sulle sponde del lago di Costanza. Secondogenito di una famiglia di umili origini, Felix giunse a Lucca nel 1846 in qualità di birraio, dopo essere venuto a conoscenza di un bando emanato dal Duca di Lucca, Carlo Ludovico di Borbone, con cui si richiedeva la presenza in città di un abile fabbricatore di birra di nazionalità germanica. All’epoca la birra era quasi sconosciuta in Italia; non esistevano punti di vendita né di distribuzione. Felix fu uno tra i primi a farla conoscere grazie al birrificio che riuscì ad impiantare nell’allora Palazzo Controni di cui, una volta arrivato, prese in affitto il giardino e le cantine. Col passare degli anni Felix creò un biergarten con tanto di pergolato, tavolini di marmo, sedie in ghisa, opificio e vasche di decantazione costruite nelle cantine del Palazzo. In poco tempo il suo divenne un frequentato luogo di ritrovo per tutti gli appassionati della ‘nuova’ bevanda chiamata birra: da Lucca, ma anche dalle zone limitrofe, giungevano uomini, come pure famiglie intere, attratti dalla novità e dalla bellezza del luogo. Anche alle donne, una rarità per l’epoca, era permesso entrare.

Il biergarten di Palazzo Pfanner, come cominciò ad essere chiamato il Palazzo dopo che Felix ne completò l’acquisto, diventò un centro d’attrazione con al suo interno schiere di pavoni e camerieri in livrea. Nel 1892 Felix morì, ma il biergarten rimase attivo fino al 1929 grazie all’impegno di suo figlio Raffaello.

Dopo il 1929 della Birreria Pfanner non si sentì più parlare: rimase però vivido il ricordo nella memoria collettiva, un ricordo che riafforò nel 1964 in un bellissimo articolo dello scrittore lucchese Guglielmo Petroni pubblicato nella rivista «La Provincia di Lucca». Nel 2024 è iniziata l’opera di riqualificazione di ciò che resta dell’opificio, opera che si concluderà con la tanto attesa riapertura dello storico Birrificio.

Eretta alla fine del Settecento, la limonaia di Palazzo Pfanner costituisce il limite settentrionale del giardino, il confine che separa la proprietà del Palazzo dai vicini bastioni delle Mura urbane. Con i suoi ampi finestroni e le sue larghe aperture, la limonaia è nata per ospitare, nei mesi invernali, le antiche conche di limoni collocate lungo i viali del giardino.

La parte centrale dell’edificio, posta all’estremità del viale che conduce al Palazzo, si erge su due piani distinti di cui quello inferiore presenta in facciata le statue di Cibele ed Ercole, mentre quello superiore culmina con una balaustra ornata da colonnine con ai lati due leoni e al centro un basilisco, emblema dei Controni. Durante i mesi estivi la limonaia si presenta come uno spazio aperto in grado di accogliere mostre ed eventi culturali.

Giardino Pfanner S.r.l. P.iva 01868060466 | Tel +39 0583 952155 / Fax +39 0583 952155 | info@palazzopfanner.it
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